OMIGNANO

Uminianu, Huminianu, Omignanum, Humignianum, Omignano. Università autonoma fino al 10 maggio 1816, quando per Regio Decreto il villaggio fu unito a Sessa con sede a S. Mango. Il 7 agosto 1847, con altro decreto, il villaggio venne separato da Sessa ed elevato a Comune. Da Salerno 76 km.

Questo borgo sorge nell’entroterra del Parco Nazionale del Cilento, ai piedi del Monte Stella, in una zona ricca di boschi di castagni, pini e corsi fluviali, ideali per gli amanti del trekking. 

Con i suoi secoli di storia risalenti addirittura all’anno 1000, oltre alle bellezze naturali, vanta tipici vicoletti caratterizzati da archi e case in pietra che conducono a numerose chiese, palazzi signorili tra cui Palazzo De Feo e una cappella di origine medievale a cui sono ancorate antichi tradizioni. 

Agli inizi degli anni ’60 lo scrittore Alberto Moravia dopo un soggiorno per motivi di lavoro, in un suo articolo invitava tutti a visitare la costa cilentana. Era affascinato da paesi come questi che pur non essendo troppo lontani dal mare,  rimanevano incantevolmente nascosti in una natura ancora selvaggia.

Per gli amanti delle tradizioni, non può mancare la pasta fatta in casa e la “Sagra di Montestella”, un evento di metà agosto in cui è possibile deliziare il palato con i famosi fusilli omignanesi.

SCORCIO DEL CENTRO STORICO

IL PALAZZO DUCALE

VEDUTA DEL BORGO

SCORCIO DEL CENTRO STORICO

IL PALAZZO DUCALE

SCORCIO DEL CENTRO STORICO

LA CONFRATERNITA

LA CHIESA DI SAN NICOLA

SCORCIO DEL CENTRO STORICO

SCORCIO DEL CENTRO STORICO


Dai toponimi tuttora esistenti, Offoli e Staffoli, senza dubbio di derivazione longobarda, è da presumere che il luogo sia stato un insediamento di quel popolo.

Prima notizia del villaggio in un istrumento del 1047, relativo ai confini della proprietà che il principe Guaimario V (IV) e i fratelli Guido, conte di Conza, e Pandolfo, conte di Capaccio e Corneto, possedevano nel retroterra di Velia. Nello stesso anno Fasano, figlio di Leone, nel concedere terre e selve di sua proprietà ad Andrea, abate del monastero di S. Magno (S. Mango Cilento), dava per garanzia all'abate il presbitero Mule di Omignano. Del villaggio è notizia ancora nel processo celebrato nel 1110 dal giudice Maraldo nel monastero di S. Arcangelo di Perdifumo. Tra gli intervenuti un arciprete, figliuolo di un presbitero italo-greco.

La chiesa, o priorato di S. Lucia, che il Mazziotti dal Guillaume ubica in tenimento di Omignano, va senz'altro collocato nei territorio del villaggio di S. Lucia, anche perché nella descrizione della proprietà di quella chiesa (a. 1187) è solo notizia di un vallone proveniente da Omignano.

Anche Omignano faceva parte della baronia di Rocca, afferma il Ventimiglia, il quale elenca anche il casale di Humignianum tra quelli restituiti nel 1276 da re Carlo a Ruggiero di Sanseverino. Successivamente, sempre in età angioina, Omignano, Lustra, Sessa e S. Lucia vennero donati dai Sanseverino alla famiglia Capano, ho già accennato all'odio sorto tra le due famiglie. Quando Buzzano Capano rifiutò di partecipare alla congiura dei baroni, Antonello di Sanseverino, oltre a spogliarlo dei feudi donati, lo esiliò. Re Ferrante, però, nel 1488 restituì a Giovanni, figliuolo di Buzzano nel frattempo deceduto, i beni confiscati. A Giovanni successe Francesco.

Una figliuola di costui, Porzia, per il suo matrimonio con «uno dei più brillanti cavalieri del suo tempo, devoto e familiare del principe di Salerno», Leonetto Mazzacane, signore di S. Giacomo, ebbe in dote i feudi di Omignano e di Lustra. Tra i beni confiscati al principe di Salerno, per fellonia, vi era anche il feudo di Omignano, poi restituito al Mazzacane con privilegio del 3 settembre 1565. A Leonetto seguì Giulio Cesare (m. 1592) e a costui il primogenito Antonio che Giulio Cesare aveva avuto dalla moglie Clarice Lembo. Da Antonio (m. gennaio 1624), il feudo passò al figlio Giulio Cesare che nel 1628 lo vendette a Delia Belprato, maritata de Sangro, alla quale si ritiene succedesse Florita di Sangro e quindi Anna Marchese. Con decreto 26 aprile 1634, però, il Sacro Regio Consiglio revocò la vendita in mancanza del ligio omaggio, ordinando la restituzione del feudo a Giulio Cesare come se non ne fosse mai stato spossessato. Il medesimo Giulio Cesare, poi, con privilegi del 20 gennaio e del 7 febbraio 1649 ottenne dal re di Spagna l'elevazione di Omignano da baronia a principato. Alla sua morte (3 marzo 1662), titolo e beni passarono al figliuolo Antonio (m. 21 ottobre 1683) che, dalla moglie Anastasia Gagliano, ebbe nel 1675 Giulio Cesare (m. 8 febbraio 1707), il quale, nel luglio del 1695, sposò Giulia Rocca, dei marchesi di Vatolla, deceduta (25 luglio 1698) appena tre anni dopo le nozze proprio in Omignano, dove venne sepolta. Dal matrimonio erano nati Antonio, poi principe, senza prole, deceduto il 2 gennaio 1740, e Nicola, succeduto l'11 gennaio 1744 nel titolo e possesso dei beni (ultima intestazione nel Cedolario, del 1751 ascritto al Sedile dei Nobili di Porta Rotese di Salerno). Nicola, che nel 1741 aveva sposato Caterina Barretta, figlia d'Ignazio, duca di Casalicchio (Casal Velino), alla sua morte lasciò numerosa prole. Il primogenito Lionetto, cavaliere gerosolimitano, con quel titolo fu ascritto (a. 1804), quale patrizio salernitano, al Registro delle Piazze Chiuse, unitamente ai figli Raffaele, Antonio e Nicola.

L'Antonini accenna appena a Omignano. Il Giustiniani ubica il villaggio su una collina in cospetto del mare, a 36 miglia da Salerno. Aggiunge che il «suo territorio non produce niente di buono, dando solo castagne e ghiande».

Festa di Sant'Antonio (Omignano Scalo)

13 giugno

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Festa di San Paolo

Il 4 luglio

Festa Annunziata

Sagra della pasta artigianale

Sagra della pasta artigianale Omignano Scalo dal 19 al 21 luglio

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E’ notti r’ù pagliaro ( Pagliarole)

E’ notti r’ù pagliaro – Pagliarole (fraz. di Omignano) dal 08 al 10 agosto

Sagra del Montestella

dal 15 al 17 agosto

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Festa della Noci " Nocisca" ad Omignano Scalo

dal 12 al 14 ottobre

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Fenix Pub

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