SCARIO

Scario (scharios, piccolo cantiere navale; v. la forma dialettale “scariu”: tratto di spiaggia dove si tiravano a secco le barche; i marinai chiamavano il luogo «orecchio di porco») Scario. Frazione di S. Giovanni a Piro (8 km). Da Salerno 143 km.

Frazione marina di san Giovanni a Piro, importante meta turistica per la qualità delle sue acque e per la sua posizione infatti è il borgo marinaro più vicino alla costa incontaminata della Masseta.
I primi abitanti del paese pare fossero di origine sannitica messi in fuga dai greci nel V secolo a.c.
Il centro fu poi distrutto nel 450 a.C. dai vandali di Genserico e nel 915 d.C. dai saraceni che provenienti dalle coste settentrionali dell'Africa,  avevano raggiunto le coste del Cilento. 
Scario scomparve nel Medioevo fino al XIII sec., quando entrò a far parte della Contea di Policastro. Nel 1534 e nel 1552 subì le incursioni dei pirati turchi e l'armata navale ottomana guidata dal sanguinario Dragut Rais Bassà,  rase al suolo l’intero borgo sterminandone i suoi abitanti. L’antico sito di Scario, divenuto di proprietà dei conti Carafa di Policastro, restò completamente deserto e desolato per secoli. Iniziò a ripopolarsi intorno alla metà del XVII sec. grazie alle capacità artigianali dei suoi calafati,  gli addetti alla costruzione e riparazione di barche da pesca aiutati dai Conti Carafa della Spina e al supporto di alcune nobili famiglie di San Giovanni a Piro.
Risalgono a questo secolo le due torri costiere visibili ai lati opposti del paese, la torre del Garagliano e la torre dell'Olivo.

CHIESA DELL'IMMACOLATA

SCORCIO DEL BORGO

SCORCIO DEL BORGO

SCORCIO DEL BORGO

SCORCIO DEL BORGO

LA PIAZZA DEL BORGO

SCORCIO DEL CENTRO STORICO

TORRE AVVISTAMENTO DEI SARACENI


Dopo Punta degli Infreschi troviamo le grotte della Masseta (del Cannone, dell'Inferno, del Monaco, dell'Acqua dei colombi, de Molare e del Vitello, così chiamata per il disegno sulla pietra di una testa di vitello), poi la punta di Garagliano, il faro e poi Scario. Probabile approdo dei religiosi italo-greci che fondarono il cenobio di S. Giovanni a Piro.Manca nel Giustiniani, nel Galanti e nell'Alfano.

Il Cirelli scrive che nel '600 vi erano poche case di pescatori, una taverna e una cappellina.La torre venne costruita tra il 1566 e il 1570. Nel 1599 era custodita dal torriere Marcantonio d'Allena. Nel 1809 vi era un peschereccio di 14 tonnellate, uno di 4 tonnellate, tre di 3 tonnellate e circa 50 barche.

Sant'Anna

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