CANNICCHIO

Frazione di Pollica (1,5 km). Da Salerno 90 km.

Frazione collinare del comune di Pollica, situato alle pendici del monte Stella e circondato da una fitta vegetazione della macchia Mediterranea.
Formatosi in epoca altomedioevale come approdo, fu  in seguito soppiantato da Acciaroli.
Conserva la Cappella di Santa Maria del Soccorso,  la Cappella dei Santi Martiri del XVI secolo e la Chiesa di San Martino degne testimonianze della devozione ancestrale della gente di questi luoghi.
Il venerdì santo di Pasqua si svolge una suggestiva e commuovente via Crucis di Confraternite.
A fine agosto si usa accendere dei fuochi lungo il percorso durante la processione che apre la novena della Madonna del Soccorso a Cannicchio. Le persone del posto espongono le lucerne accese alle finestre o sulle terrazze al passaggio delle processioni rurali. Una tradizione secondo la quale il fuoco deve illuminare il cammino della Madonna o del santo protettore.

CHIESA DI SAN MARTINO

VEDUTA DEL BORGO

SCORCIO DEL CENTRO STORICO

CHIESA DI SAN MARTINO IL CAMPANILE

CHIESA DI SAN MARTINO


 Secondo alcuni autori il nome di questo villaggio è dovuto al fatto che la zona è ricca di canne. Nei documenti più antichi non vi è traccia della esistenza di un casale che porti questo nome; ricorre spesso, invece, l’indicazione dell’antico casale di San Primo di Cannicchio. Sappiamo che esso esisteva attorno all’anno Mille nella contrada detta di San Primo.

Cannicchio sorse più tardi quando gli abitanti di San Primo, edificarono un nuovo casale nella zona collinare. Esso fece parte della Baronia del Cilento e, con il nome di Canicolum,  fu uno dei i casali della baronia che furono  restituiti a Ruggiero Sanseverino nel 1276. Seguì le sorti della baronia fino al secolo XVI.

Durante il regno di Ferdinando I d’Aragona, che ebbe principio nel 1458 e terminò nel 1494, Cannicchio, insieme con i feudi di Montecorice, S. Salvatore e S. Teodoro, fu concessa dal sovrano ad un suo parente, Giovanni Di Cunto di Amalfi. Questi feudi si concedevano del tutto indipendenti dalla Baronia di Rocca Cilento e da Castellabate e nell’anno 1514 furono donati al monastero di Santa Maria delle Grazie in Napoli. Successivamente, nel 1519, il monastero diede il casale in permuta a Francesco Poderico. A seguito del suo fallimento, Cannicchio fu venduto ad Antonio Griso insieme con S. Mauro, S. Teodoro ed il magazzino dell’Azzarulo. Nel 1596 passò a Vincenzo Corcione. Il 22 novembre 1628 un suo erede vendette Cannicchio e la marina di Acciaroli a Domenico Frauli.

Nel 3 ottobre 1633 ne era proprietario Troiano Caracciolo, come si apprende da un instrumento di tale data del notaio Fabio Matonti.

Successivamente passò ad Ottaviano dei Medici principe di Ottaviano. Nel 1670, un suo erede, Giuseppe dei Medici, vendette Cannicchio a Vincenzo Capano. Da costui Cannicchio passò al figlio Giuseppe e poi alla famiglia Liguoro come il feudo di Pollica.

Nel 1801 il Giustiniani scrive: «CANNICCHIO: terra in provincia di Principato di Citra, in diocesi di Capaccio, distante dalla marina di Acciaroli un miglio circa e 45 da Salerno. Ella vedesi edificata in una collina, ove respirasi assai buon’aria, e il suo territorio produce tutto il bisognevole alla popolazione».

Madonna del Soccorso

8 settembre

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