VATOLLA

Batulla, Batolla, (per betacismo) Vatolla. Università autonoma fino alla sua aggregazione al Comune di Perdifumo (8 km). Da Salerno 68 km.

 

VEDUTA DEL BORGO

SCORCIO DEL CENTRO STORICO

PALAZZO VENTIMIGLIA

PALAZZO VARGAS

PALAZZO VARGAS

CHIESA DI SANTA MARIA DELLE GRAZIE

CONVENTO DEL SEC. XVI

CONVENTO DEL SEC. XVI

LE MURA DEL VECCHIO CONVENTO


Prima notizia dell'abitato è in un diploma di Giovanni e del coreggente figliuolo Guaimario del 994, con il quale i principi di Salerno donarono ad Andrea, abate del cenobio italo-greco di S. Magno (odierno S. Mango Cilento), tra l’altro case, celle, codici e animali, costituenti i beni del predetto monastero e inoltre le chiese di S. Primo di Cannicchio, di S. Fortunato, di S. Maria di Camporosso e di S. Maria di Pioppi.

Tra i confini, una via che discendeva da quella che probabilmente era una cooperativa agricola «de batullisi» e che rasentando il villaggio saliva verso il castelluccio di Vatolla. Nei pressi del villaggio è da supporre ci fosse una costruzione fortificata, forse una di quelle tante torri che nell’età dell’«incastellamento» (seconda metà del X secolo) sorsero nei punti più minacciati dalle incursioni saraceniche o forse il «castrum» di Vatolla.

Nel dicembre del 1034, Alfano, figlio di Stefano, di Vatolla permutò una terra con un'altra di un certo Mizza. Nello stesso anno, in un contratto, venne proposto come garante un certo Balsamo di Vatolla. Nel luglio del 1110, «batolla» è ricordata per un fidejussore in una vertenza giudicata nel monastero di Sant'Arcangelo alla presenza dell'abate cavense Pietro da Salerno. Nell'Archivio cavense vi sono molti documenti che ricordano il villaggio, ad esempio, dal 1129 al 1182 ve ne sono 25, tutti inediti. Del 1223 ve n'è ancora un altro, del 1238 vi sono due donazioni e una vendita del 3 ottobre 1362.

Il Guillaume afferma che la Badia acquistò il villaggio di «batolla» dal conte Guido nel 1175, ma non specifica di quale Guido si tratta. La perdita del dominio temporale era da porsi nel 1410, con la cessione della baronia di Castellabate a re Ladislao. Ma Vatolla è elencata solo tra i casali che furono restituiti da re Carlo I ai Sanseverino nel 1276, da ciò appare chiaro che il villaggio faceva parte dei casali della baronia di Cilento. Un importante documento ci informa del camerario di Cilento che nel dicembre del 1223 era il milite Nicola di Vatolla.

I Sanseverino tennero il feudo di Vatolla fino ai primi del XVI secolo, quando concessero la baronia di Vatolla a Giovannella d'Afflitto moglie di Antonello Prignano, che vendette ad Antonio Griso «lo Feo de la Pagliara, et Vatolla situm in dicta Baronia consistens in casali Palearia, et Vatolle, et certis aliis partibus». Alla morte di Antonio ne chiese il relevio il figlio Giovan Matteo, ottenendone regolare investitura da parte di Ferrante Sanseverino il 7 novembre 1525. Però anche il feudo di Vatolla venne sequestrato ai Griso e messo in vendita, dopo l'avocazione dei beni di Ferrante Sanseverino, perché a suo tempo non aveva ottenuto l'assenso reale. Vatolla fu acquistata da Francesco del Pezzo il 1 maggio 1553, dal quale il feudo passò al figlio Giovan Battista, il quale lo permutò con quello di Camella di Giovan Matteo Griso, a mezzo del suo rappresentante Tommaso Altomare. Il Griso lo cedette poi (11 febbraio 1568) al fratello Giulio, dal quale passò al figlio Flaminio che lo vendette (4 maggio 1604) per d. 7300 al cugino Antonio Griso. Da costui passò (a. 1612) al figlio Gian Matteo e dal questi (a. 1623) al figlio Antonio. Il Mazziotti afferma che in questo periodo fu costruita la chiesa della Pietà di Vatolla (a. 1614) e poi il vicino cenobio dei padri riformati che, soppresso in età francese, venne riaperto il 16 dicembre 1815.
Dopo la morte senza eredi di Antonio, il feudo passò (a. 1660) alla Regia Corte. L'anno seguente ne fu ordinata la stima (tavolario Donatantonio Cafaro), insieme al feudo di Celso, pure di proprietà dei Griso. Messi all'asta il 20 aprile 1660, i feudi vennero aggiudicati per d. 15.300 al generale Giovanni Rocca, barone di Amato e maresciallo di Spagna, il quale ne fece prendere possesso dal capitano G. Battista Genovese il 13 ottobre di quello stesso anno. Al generale (m. 21 ottobre 1665) successe il figlio Giuseppe Oronzio (6 febbraio). L'amministrazione, però, per la minore età del figlio, fu tenuta dalla madre Chiara Vespoli che vendette (a. 1668) solo il feudo di Celso al principe Capano di Pollica. La vedova sposò poi il cognato Domenico Rocca, dal quale ebbe tre maschi (Francesco, Saverio e Carlantonio) e una figlia (Giulia), futuri alunni del Vico. Il figlio del generale Giuseppe Oronzio ottenne il titolo di marchese di Vatolla il 9 aprile 1680, ma non avendo eredi donò il feudo al fratello uterino Francesco Rocca il 22 aprile 1684. Da costui passò (14 ottobre 1735) al figlio Giuseppe, cui successe (13 aprile 1761) il fratello Domenico. Morto costui senza eredi (28 settembre 1762) il feudo passò alla nubile sorella Giacinta Rocca, la quale vendette il feudo (11 gennaio 1767) al cugino Francesco Vargas Machucha che il 10 maggio 1732 aveva ottenuto il titolo di duca sul cognome (duca di Vargas). A costui seguì il figlio Tommaso (a. 1783), che istituì a Vatolla una scuola agraria e una biblioteca, restaurando anche la chiesa del convento della pietà.

II Giustiniani, che riporta l'epigrafe dell'Antonini, ubica il villaggio alle falde del monte Stella, dove, sempre seguendo l'Antonini, ritiene «senza dubio l'antica Petelia è facile fosse stata edificata».

Vatolla ebbe il privilegio di ospitare per ben 9 anni Giovan Battista Vico.

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