CAMELLA

Camella, Camilla, Camella. Università autonoma fino alla sua aggregazione a Perdifumo (1 km). Da Salerno 68 km.

Frazione del comune di Perdifumo, nel cuore del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano.
Il villaggio di Camella è citato per la prima volta nel 1031 ed è la più remota contea longobarda attestata nel Cilento Antico. Numerosi sono i palazzi gentilizi di questo piccolo borgo e degna di nota è l'antica porta delle mura rimasta integra. All'ingresso del paese si può ammirare la fontana pubblica con stemma degli Altomare, su epigrafe parzialmente leggibile del 1536.
La Chiesa Parrocchiale è dedicata a San Nazario Martire e rappresenta una delle principali risorse artistiche ed architettoniche del paese.
In occasione della festa patronale in onore di San Nazario, ogni anno si svolge il caratteristico volo dell'angelo in cui un bambino volontario, viene appeso ad una trave tesa tra due balconi a simulare la venuta di un angelo giunto in paese per raccomandare al Santo la protezione del piccolo borgo cilentano.
A fine giugno si festeggiano San Pietro e Paolo con musica e balli fino allo spettacolo pirotecnico a conclusione della serata.

LA FONTANA DELLA FAMIGLIA ALTOMARE

SCORCIO DEL CENTRO STORICO

LA CHIESA DI SAN NAZARIO

VEDUTA DEL BORGO

SCORCIO DEL CENTRO STORICO

LA CHIESA DI SAN NAZARIO INTERNO


 È indicata nell’Elenco dei casali del Castello dell’Abate, pubblicato nel codice diplomatico cavense; ma poiché sia la badia di Cava che la baronia del Cilento vi possedettero beni, Camella non può essere assegnato integralmente né all’una né all’altra.

Il borgo esisteva già ai tempi del principato longobardo di Salerno ed era, con i vicini centri di Ancilladei e Pagliata, una contea. Essa è menzionata in un atto dell’aprile 1031 in cui i conti di Camella, Maione e Guaimario, donavano alcune terre poste tra il loro feudo e quello attiguo di Vatolla, al monastero di S.Arcangelo di Perdifumo.

I monaci di Cava possedevano dunque vari beni in Camella ma non li avevano in feudo e come dimostra l’assenza di assegnazioni di vassalli in loro favore.
Il villaggio appartenne certamente più tardi alla baronia del Cilento, perché si  trovava compreso tra i casali restituiti nel 1276 a Ruggero Sanseverino. Dopo la decadenza dei Sanseverino, nel 1558, Camella fu venduta dalla Corte a Fabio Capece, il quale a sua volta nel 1559 la rivendette a Franceschella Della Marra, che sposandosi portò il villaggio in feudo al Griso, barone di Celso e Galdo.
 
Nel 1566 Camella fu venduta a Giovanni Giacomo Altomare, poi fu la volta di Tommaso Garofalo che, il 27 novembre 1734 vendette il feudo a Francesco Gagliardi di Cava i cui discendenti conservano ancora il titolo di baroni di Camella.

 In Camella esisteva un monastero dedicato a S.Agostino che fu soppresso il 22 ottobre 1652.

Nel borgo è ancora integra  la porta delle mura. È ben conservata anche la fontana pubblica con lo stemma gentilizio degli Altomare.

San Nazario

28 luglio

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