CENTOLA

Centula, Centola. Casale di S. Severino di Camerota fino al 1529, secondo l'Antonini. Università autonoma e poi capoluogo di Comune (L. 8 agosto 1806). Da Salerno 128 km.

Centola è situata sul versante costiero del Cilento e fa parte del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano.
Il paese comprende una vasta ed affascinante varietà di paesaggi come la marina di Palinuro, la zona montana ricca di boschi con esemplari unici di flora e campi coltivati costellati da antiche case di pietra disabitate.
In estate il paese accoglie tantissimi turisti che possono scegliere il tipo di vacanza che più preferiscono grazie alla versatilità del territorio.

SCORCIO DEL CENTRO STORICO

SCORCIO DEL CENTRO STORICO

SCORCIO DEL CENTRO STORICO

CHIESA DI SAN NICOLA DI MYRA

IL CONVENTO DI SAN FRANCESCO

VEDUTA DEL BORGO


 L'Antonini ricorda la leggenda del centurione che con i suoi cento uomini vi si stabilì ai tempi di Belisario e dopo la prima distruzione di Molpa. Il villaggio s'ingrandì ancora dopo l'ultima distruzione di Molpa (1464). Tuttavia non sappiamo se il villaggio fu costruito dai monaci italo-greci che vi edificarono, a nord della via per S. Severino, la nota abbazia di S. Maria o se esso fosse preesistente al loro arrivo e con loro si ingrandì. Come si è detto in questa chiesa si celebrava ancora con rito greco prima del 1458, mentre la badia dopo poco passava in commenda. L'Antonini, che assicura che ai suoi tempi la badia era ancora in commenda, parla di una donazione che Ruggero di Sanseverino avrebbe fatta al monastero di S. Maria di Centola nel 1086.

Nel 1456 Casaletto, Capizzo e Centola erano posseduti dai fratelli Carlo e Alfonso di Sangro, investiti di quei feudi dopo la morte del padre Paolo. Nell'anno 1532 il re investì Sigismondo di Sangro, per la morte del padre Alfonso, dei suddetti casali, con tutti i loro diritti, giurisdizioni, mero e misto imperio e cognizione delle prime cause.

Il compilatore dei Quinternioni tenne a segnalare che i predetti casali vivevano «iure Longobardorum». Nel Cedolario Capizzo, Casaletto e Centola risultavano tassati per l'adoa a Ippolita di Sangro.

Nel 1603 Maria Rosso, laica in capillis, figlia di Ascanio Rosso, rinunziò a Centola donando il feudo allo zio Mario Rosso. Nel 1622 Fulvia Scondito alienò Centola, libere, a favore di Domenico Pappacoda, marchese di Pisciotta per 12.000 ducati. Il titolo di marchese sulla terra di Pisciotta era stato concesso a Cesare Pappacoda il 7 ottobre 1617 e il titolo di principe di Centola a Domenico Pappacoda l'11 febbraio 1666. Per successione dal padre Giuseppe, succeduto al fratello Salvatore Francesco (m. 6 aprile 1744), i titoli di principe di Centola, marchese di Pisciotta e i feudi di Cuccaro, Futani, Molpa e S. Serio, senza titolo, con la giurisdizione criminale di Abatemarco, passarono a Giovanni Pappacoda. L’ultima intestataria, Giovanna, sposò Giovan Carlo Doria, principe di Angri. Titoli e feudi vennero così trasmessi al loro figlio Marcantonio dal quale, in mancanza di eredi del primogenito di Giovan Carlo, passarono al secondogenito Francesco (15 ottobre 1798 m. 9 maggio 1874).

L'Antonini distingue i Sanseverino di Cilento, che avrebbero preso il nome dal villaggio di S. Severino di Camerota, ora di Centola, dai Sanseverino di S. Severino Rota.

Centola è ubicata dall'Antonini su una collina e fino al 1529 fu casale di Sanseverino, feudo smembrato dopo l'ultima distruzione di Molpa (1464). Poco lontano era un monastero di cappuccini e a mezzo miglio, sulla via per Sanseverino, era l'antica abbazia, ai suoi tempi commenda, che aveva la giurisdizione spirituale sul villaggio contrastata dal vescovo di Capaccio. Nella chiesa si credeva che vi fosse sepolto il corpo di S. Ricario, tanto è vero che nel 1593 l'abate Guarini fece eseguire scavi sotto l'altare maggiore. L'errore in cui caddero sia il cardinale Bessarione che l'Ughelli è dovuta all'omonimia con Centola di Francia, dove i sacri resti sono conservati.
Il Giustiniani pone Centola a 32 miglia da Salerno e a 3 miglia dal mare di Palinuro, su una collina con circostanti fertili terreni (grano, vino, olio, frutta). Traendone dall'Antonini ricorda anch'egli la leggenda del centurione che andò a stabilirsi temporaneamente
ivi ai tempi di Belisario e la prima e la seconda distruzione di Molpa.

Il Volpi ne scrive nella vertenza tra i vescovi di Capaccio e i preti di Centola, i quali rifiutarono di ricevere dal vescovo Tommaso Carafa (1639-1664) la facoltà di amministrare i sacramenti asserendo che erano tenuti a riceverla dall'abate, ordinario locale.

S. Apollonio martire

18 aprile ed 15 maggio

Sagra del Pesce

In estate

Sagra della melanzana

Ad agosto

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