LAURINO

Lauro, Li Lauri, laurino. Università autonoma con 5 casali, di cui due scomparsi, poi capoluogo di comune con una sola frazione (Fonga, Fogna, oggi Villa Littorio. Da Salerno Km. 86.

Laurino  è ubicato nel cuore del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, sulla collina del monte Cavallo su cui si può scorgere la costa di Paestum da un lato e lo strapiombo del Cavallo dall’altro. Ricco di flora e fauna di ogni tipo, ha conservato intatta la sua fisionomia a carattere agro-pastorale, coltivato a vigneti, oliveti e cereali.

Di grande interesse speleologico e scientifico è la grava di Vesalo.

I monumenti di rilievo sono il convento di Sant'Antonio da Padova, posto ai piedi del paese,  il castello longobardo di Laurino risalente alla prima metà del X secolo e la Collegiata di Santa Maria Maggiore stile romano-barocco. 

E’ presente anche un piccolo museo-antiquarium con numerosi reperti archeologici raccolti nella zona.

AFFRESCO DEL CONVENTO

CONVENTO DI SANTO ANTONIO

CASTELLO LONGOBARDO INTERNO

IL CASTELLO LONGOBARDO LE MURA

IL CASTELLO LONGOBARDO

IL CONVENTO DI SANT'AGOSTINO

VECCHIO CONVENTO DELLO SPIRITO SANTO

CHIESA DELL ANNUNZIATA AFFRESCO

LA CHIESA DELL ANNUNZIATA

LA COLLEGIATA DI SANTA MARIA MAGGIORE

LA COLLEGIATA DI SANTA MARIA MAGGIORE

PALAZZO DUCALE

PALAZZO GENTILIZIO

PARTICOLARE DELLA PIAZZA.

PARTICOLARE

SCORCIO

SCORCIO

SCORCIO

VEDUTA

VISTO DA MAGLIANO

CAPPELLA SANTA MARIA DEL CARMELO


Prima notizia in un brebis dell'agosto 932: il conte Guido, figlio di Guaimario I, principe di Salerno, concede  a Orso, « qui fuit natibus grecorum fines », un ortale e una casa in esso costruita nei pressi « castellum de lauri », che aveva acquistati da napoletani « qui vo-cantur calbusi ». Il documento è interessante perché conferma I'ubicazione del luogo fortificato con una nuova torre, castrum, che non ha nulla a che vedere con « li lauri » semplice località di Capaccio.

Ai tempi di Gisulfo I (circa 930-977) il principe, a richiesta della madre Gaitelgrima, oltre a concedere il perdono allo zio Landolfo, spodestato da Capua e che aveva tentato di deporlo, concesse Ia contea di Laurino (forse era stata già concesso al predetto Guido) col suo forte castello al cugino Landenolfo, morto nel viaggio nuziale da Trani a Salerno. A seguito di ciò, aderendo alle preghiere dello zio, iI principe concesse la contea all'altro cugino Landolfo , eletto poi correggente dal padre Landolfo dopo la seconda congiura che spodestò il principe Gisulfo. 

Estromessi, a loro volta, i due Landolfo da Pandolfo Capodiferro, ai primi del Mille, troviamo poi Landolfo conte di S. Agata e poi monaco a Montecassino, a quale monastero legò tutti i suoi beni. Non è notizia di altre concessioni della contea di Laurino dopo l'usurpazione del Principato da parte dei due Landolfo e della loro deposizione.

Nell'archivio cavense, tra gli altri riguardanti Laurino, vi sono i seguenti documenti: « de castello Laurine », dov'era la « ecclesia sancti simeonis » è detto in un documento del 1079, di un terreno « ubi proprio a li lauri vocantur » è detto in una pergamena del maggio 1092; da una donazione del luglio 1093 si apprende di Roberto, figliuolo di Roberto il Guiscardo, e di terreni nei pressi di Laurino, propriamente nella località detta Acqua dei cavalli. Altre notizie da un documento del 1109; da una inedita donazione che informa « monasterii sancti zacherie de li lauri » , della vendita' della loro proprietà in Lucania, tra cui i beni  « ubi(…) a li lauri dicitur », delle sorelle Itta e Sighergaita, figlie de fu Glorioso del fu conte Pandolfo; dellostratigoto (governatore) Giovanni detto di Laurino. Del villaggio è ancora notizia da una remissione di lite del febbraio 1163 e da altre 30 pergamene. DaI Catalogus baronum, si apprende dei locali feudatari ai tempi di re Guglielmo e cioè del giudice Giovanni li Laurino che possedeva 26 villani a Laurino e 8 a Diano per cui era tenuto a fornire per la grande spedizione due militi. Il Camerario Riccardo Filippo inquisì su Giovanni di Laurino che aveva un villano per cui un milite; Guaimario di Laurino 3 villani, un milite c.s.

Dai documenti svevi si apprende delle famiglie tenute a concorrere alla manutenzione del castello di Laurino, di proprietà regia.


Dai documenti angioini si apprende della bagliva di Laurino valutata V once d'oro, XII tarì e IV grana e del bàiulo Riccardo, figlio del giudice Tommaso e dell'ordine di recupero di once XX e XV tarì per 82 fuochi occultati. Nel 1270 re Carlo ordinò ai secreti del Principato, di Terra di Lavoro e Abbruzzo di corrispondere a « Iohannis Vetrensis clerici Salernitani ac rectoris ecclesiarum S. Martini de castro Laurini et sancte Marie de castro Sale » Ia decima dei provventi della baiulazione di Laurino e di Sala, come per il passato. Il 26 febbraio 1277, re Carlo  concesse al conte Enrico di Valdemonte, vicario in Toscana, la contea di Ariano e Paduli , in Terra beneventana, insieme a Laurino nel Principato, malgrado la distanza tra i due feudi e la relativa integrabilità delle due economie. Va ricordato che in quelle età si cercava di evitare la costituzione di grossi « stati », politicamente non sempre controllabili. Nel 1223, Margherita, figliuoia del predetto Enrico, portò in dote ai Sanseverino il feudo di Laurino. Ne1 1296 re Carlo II, perdurando la guerra angioinoaragonese, ordinò al giustiziere del Principato di curare « defensioni horninum terre Laurini » inviandovi « quatraginta servientes pedites, viros ydoneos et fideles armis decenter munitos ». Nel fissare l'entità degli stipendi mensili da pagare ad essi, ordinò pure d'invitare I'università di scegliere « duobus viris fidelibus » incaricati di porre sentinelle fuori dell'abitato con il compito di avvertire le guarnigioni del castello dell'avvicinarsi dei nemici. L'11 agosto dello stesso anno re Carlo, avendo constatato che la popolazione di Laurino continuava a mantenersi fedele alla sua causa opponendosi ai nemici, la esonerò da ogni tassa per 10 anni. 

Pertanto incaricò il giustiziere del Principato di lasciare, per ogni cautela,alle autorità del villaggio la sua lettera originale. Nel 1315 fu fondato,dentro le mura, il monastero di S.Agostino da Giacomo, conte di Capaccio, figlio di Tommaso SanseveRino. I Sanseverino possedevano ancora il feudo nel 1333 con Giacomo di Sanseverino, primogenito di secondo letto di Tommaso, secondo conte di Marsico, per parte di sua madre Sveva Avezzano. Era pure conte di Mileto, barone di Cilento e primo conte di Tricarico. Nel 1345 per successione, passarono ad Americo i feudi di Padula, Laurino, Montesano, Ruvo, Loreto, Sanza, Caselle, Mariani e Casettone. Poi nel 1417 Giovanna II confermò a Tommasello Sanseverino la baronia di Laurino, consistente « in infrascriptis terris videlicet Laurini, Castellucie, Aquarie et Magliano cum casalibus (…) ex iustis titulis atque causis» e la terra di Padula. Dopo l’entrata di re Alfonso a Napoli, Americo  venne creato (17 febbraio 1433) conte di Capaccio e primo barone del Principato Citeriore.

Il 20 novembre 1441  Americo definì i confini dello < stato » di Laurino  riconoscendo i diritti della popolazione su alcuni terreni e aggiungendone altri.  Sposò Margherita di Sanseverino, figlia di Luca, sesto conte di Tricarico e duca di S. Marco. Gli successe Gaspare che morì, per cui il passaggio dei beni dei titoli al fratello Antonello (sposò Giovanna Orsini de Balzo nel 1469) che morì senza eredi. GIi successe il fratello Guglielmo che prese parte alla congiura dei baroni. Ribelli nel 1487 ai Sanseverino venne avocata la contea, ma vennero poi reintegrati nei loro beni con privilegio di re Ferrante II del 15agosto 1496. La reintegra venne confermata da Federico d'Aragona (30 ottobre9) e da Ferdinando il cattolico (27 aprile e 7 maggio1506). Ribelli ancora a Ferrante vennero confiscati i beni da Ferdinando il Cattolico (1551). Per la morte senza eredi di Guglielmo Sanseverino, conte di Capaccio, ad evitare che i feudi venissero messi in vendita, Roberto chiese e ottenne di rilevarli insieme con Berardino Sanseverino di Bisignano. A Roberto toccarono Capaccio, Trentinara, Magliano, Laurino, Padula, Montesano, Casalnuovo, Sanza, Tortorella. 


Nel 1510, per la morte di Roberto, veniva spedita la Significatoria per le entrate feudali di Salerno, Sanseverino, Agropoli, Castello dell'Abbate, Laurino, Diano, Sala, Atena, Polla, Marsico e feudi in Basilicata. Va pure ricordato che nel 1469 re Ferrante proibì il pedaggio che si pagava a Laurino.

Verso Ia fine del 1553 vennero posti in vendita i feudi di Ferrante Sanseverino, Fabio Carafa acquistò quello di Laurino (640 famiglie) per d. 11.300. Nel 1563, Giovanni Carafa Sanseverino acquistò dal reggente della R. Camera della Sommaria, Francesco Revertera, lo « stato di Laurino, ottenendo poi il 9 agosto 1591 su Laurino, con Piaggine soprane e sottane, il titolo di duca e con il predicato di Aquara,Castelluccia, Forniello (Fornelli), e Fogna (Villa Littorio).

Il titolo fu trasmesso ai discendenti fino al 1704 quando a Vittorio Carafa successe, ex sorare, il nipote Giuseppe Spinelli. Vincenzo Spinelli, per successione del padre Troiano (m. 10settembre 1777)rilevò lo «stato» di Laurino. Il titolo rimase agli Spinelli anche dopo che l'università di Laurino si affrancò dall'onere della feudalità. Vincenzo Spinelli rimase in possesso degli altri feudi fino all'abolizione della feudalità. Circondato di mura e torri e con un castello nel punto più alto della rupe collinare staccatasi nel secondario dal Monte dei cavalli, è arroccato Laurino, in cui si entrava da tre porte. Di esse la settentrionale, nel cui interno era l'arme dei Sanseverino,era la porta del cosiddetto foro ed era guardata da due torri merlate e l’occidentaledetta degli Zoppi, dei Curci o dei monaci. Lo « stato », di Laurino costituitosi con l'assenso di re Ladislao, ebbe il suo assetto definitivo con il privilegio di Americo di Sanseverino che ne precisò i confini. Esso constava di Laurino e di cinque casali, e cioè Laurino Piaggine soprane, Laurino Piaggine sottane, Fogna o Fonga e di due casali scomparsi: Zedalampe, nei pressi del vallone Ripeti e Vito, grancia sempre della tuscolana Badia italo-greca di Grottaferrata, ma dipenente prima dalla badia di S. Maria di Grottaferrta di Rofrano e poi del cenobio di S.Pietro al Tomussio di Montesano. Di ambedue questi abitati erano visibili ancora le rovine nella seconda metà del '700. Va segnalato che a ovest vi era anche un edificio della locale grancia di S. Lorenzo di Padula, adibito ad abitazione di un religioso di quel monastero che aveva cura dell'unita chiesa con un solo altare, locale poi ridotto a magazzino dei comune, prima della sua demolizione nel 1887. A Laurino era pure uno xenodochio che ospitava pellegrini e viandanti cui sovrastava la chiesa dell'Annunciata sotto i cui auspici era posto. Va ricordato pure che a sinistra del fiume Calore, a oltre due miglia da Laurino, erano ruderi, ancora nel ‘700, di un cenobio  benedettino dedicato a S. S meone. 

A Laurino vi erano sei parrocchie con la matrice di S. Maria Maggiore. Dal Volpi  si apprendono molte notizie su quest'ultima Chiesa.
L'Antonini scrive che «su un intero colle è posta la grossa Terra di Laurino, la quale fu patria di molti valenti uomini, specialmente del famoso P. Milensio (1568-1646 teologo e nunzio apostolico in Germania), di Alessandro Egizio «vescovo d'Andria », con palazzi assai belli, una chiesa collegiata e un monastero « di Frati Francescani, ed un altro di donne Monache».

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